sabato 28 maggio 2011

RELIGIONE: SCELTA, NON IMPOSIZIONE.

Sono cattolico, non perchè l' abbia scelto o perchè creda in Dio, ma soltanto perchè i miei genitori, come tutti i genitori, hanno deciso di battezzarmi. Sono ateo, non credo in Dio e soprattutto nella chiesa. Non è una cosa che mi riguarda. Non l' ho scelta. E' troppo facile dire che esista qualcuno o qualcosa di cui non si può dimostrare l' esistenza. La chiesa, per secoli, ha fondato la sua storia su continue bugie, in nome di Dio ha commesso uccisioni, saccheggi, stupri, guerre " sante " e potrei continuare. La verità è che la chiesa è un' associazione mafiosa, la più grande della storia dell' umanità e la religione uno strumento per ottenere potere. Anch' io domani mattina potrei svegliarmi e decidere di fondare una nuova religione, dire che esiste un essere superiore, tanto chi può dimostrare il contrario? Credo che la religione, qualunque essa sia, non debba essere un' imposizione ma una scelta personale, libera e sentita. E' sbagliato battezzare una persona quando è ancora piccola. E' più corretto aspettare di raggiunga la maggiore età e abbia il diritto di scegliere il battesimo o rifiutarlo. Tempo fa navigando in internet (viva il cyberspazio ) ho saputo che è possibile sbattezzarsi. Presto lo farò anch' io. Se avete delle curiosità, dubbi, posto il link del sito dove troverete tutte le informazioni. http://www.uaar.it/laicita/sbattezzo. Voglio precisare una cosa. Ho solo espresso il mio parere e ho voluto dare un' informazione. Ognuno è libero di fare e pensarla come vuole. Altrimenti di cosa stiamo parlando?

SOLO MUSICA.


sabato 14 maggio 2011

ASSIGNMENT 6.

Pubmed è un archivio di milioni di articoli di carattere scientifico. L' obiettivo principale di un articolo scientifico è quello di consentire a chiunque di ripetere l' esperimento descritto e di ottenere gli stessi risultati. La validità di un articolo consiste proprio in questo, è ripetibile e prevedibile. Basta un solo risultato diverso e tutto viene messo in discussione. Chi può garantire la validità e completezza dell' articolo? Esiste quello che , in gergo, viene chiamato peer- reviewing. Le riviste scientifiche, prima di pubblicare un articolo, mandano lo stesso ad alcuni esperti in materia, che esprimono il loro pare tecnico sul lavoro proposto. A questo punto la rivista decide se pubblicare o meno l' articolo. E' un processo lungo. Passa anche più di un anno prima della pubblicazione. Nel frattempo le cose cambiano, si fanno nuove scoperte che possono smentire l' articolo stesso. C' è anche un altro problema, il conflitto di interesse. Sempre più spesso le ricerche scientifiche vengono finanziate da privati, che non sarebbe di per sè un fatto negativo, specialmente in un momento in cui i finanziamenti pubblici scarseggiano. Chi finanzia la ricerca, però, pretende risultati che possano avvantaggiarlo, anche a discapito della qualità e obiettività della ricerca. Così un ricercatore si trova a dover decidere se accettare tali " ricatti " pur di lavorare o mantenere integra la sua dignità, lavorando meno e pubblicando meno. Il problema è che l 'esperienza di una persona, la sua autorità in materia, passa per il numero di pubblicazioni sulle riviste. Come se non bastasse, molti di questi articoli non sono consultabili gratuitamente ma dietro abbonamento alla rivista. Quindi soldi su soldi. Tutto ciò porta a domandarmi . " siamo davvero certi che gli articoli che leggiamo siano validi al 100%, che la scelta della loro pubblicazione sia dovuta solo a motivazioni serie e non di tornaconto e perchè per una rivista un articolo è valido e per un' altra no? A noi che saremo medici fa comodo saperlo.

SOGNI INFRANTI.

Finalmente posso tornare ad occuparmi del blog. Ho dovuto metterlo da parte per l'esame di anatomia.Inizio subito con una polemica. Mi è capitato di leggere un articolo a proposito dei test di ammissione all'università. Da quest'anno i test per medicina ed odontoiatria si svolgeranno lo stesso giorno. Qualcuno potrebbe dire : " ma che ti importa dei test, ormai sei entrato a medicina. Non ti interessa più " . Non è così. Mettere i due test lo stesso giorno significa limitare moltissimo la scelta di uno studente che almeno poteva tenersi aperte più possibilità. Io so cosa significa, ho provato più e più volte ad entrare a medicina, perdendo anche diversi anni. Una volta non sono entrato per dieci posti, una volta per meno di due punti, un'altra ancora perchè c'erano domande con risposte sbagliate ecc. Ogni anno i test diventano sempre più difficili che non significa selezionare i migliori futuri medici. Il test non può farlo. Magari tra chi non è entra c'è un futuro premio nobel che al test si è fatto prendere dall' emozione. Affrontare il test, sapendo di giocarsi il proprio futuro e la propria vita, non è facile. Ho visto gente che, presa dall 'ansia, si è sentita male ed è andata via prima che iniziasse il test. Non si può scherzare su una cosa così delicata. Chi non entra è costretto a ripiegare su altro, a scegliere un lavoro, un domani, che non piace e ad essere infelice tutta la vita. Non è giusto. Sono sempre stato contro il numero chiuso e lo sono ancora, anche se ormai ce l'ho fatta. La possibilità di provare, di inseguire i propri sogni va data a tutti. La vera selezione andrebbe fatta nei primi anni di corso. Chi non è in pari, chi non si impegna rimane indietro, ma solo allora ed in questo modo. Questo, secondo me, andrebbe fatto. Il problema è che la politica italiana, i fondi destinanti alla ricerca, le strutture fatiscenti delle università non lo permettono. Se ne sbattono altamente del futuro dei giovani. Il governo italiano si sta impegnando affinchè l' università diventi un privilegio di pochi e, come se non bastasse, sta facendo di tutto per affossare quella pubblica a beneficio di quella privata. Vuole annullare il pensiero critico nella società, appiattire la cultura perchè questa apre le menti e fa pensare. Se uno pensa con la propria testa è difficile da controllare come un burattino. Sono molto preoccupato. Quando e cosa deve succedere perchè le cose possano veramente cambiare? Ai posteri l' ardua sentenza.

sabato 16 aprile 2011

NEANCHE IL TEMPO...

E' proprio il caso di dirlo. Neanche il tempo di dire una cazzata che il presidente del consiglio ne spara un' altra delle sue. Si scaglia ancora una volta contro la già martoriata scuola pubblica. Prima i giornalisti, poi i magistrati ed ora anche gli insegnanti sono comunisti. Ed intanto promette altri soldi alle scuole private.
IL CASO

Berlusconi attacca ancora la scuola pubblica
"Insegnanti con valori contrari alla famiglia"

Messaggio del premier alla riunione dell'Associazione delle mamme: "Ora potete scegliere liberamente quale educazione dare ai vostri figli e sottrarli ai professori di sinistra". Insorge l'opposizione: "Parole ignobili"

PADOVA - Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato a Padova a una riunione dell'Associazione nazionale delle mamme, ha sottolineato che i genitori oggi possono scegliere liberamente "quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi dal quelli della famiglia".

Un attacco frontale contro la scuola pubblica che richiama quello già fatto dal premier alla fine dello scorso febbraio in un intervento al congresso dei cristiano riformisti 1. In quell'occasione il presidente del Consiglio, citando a sua volta il suo discorso del '94 in occasione dell'avvio del suo impegno politico, aveva detto: "Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori".

Il premier oggi, parlando poi dell'azione del governo ha ricordato l'introduzione di leggi contro la violenza sessuale e il reato di stalking. Si è detto quindi convinto delle grandi capacità delle donne: "siete più brave di noi uomini, a scuola, sul lavoro, siete più puntuali , più precise e più responsabili. Anche per questo ho voluto che nel nostro governo ci fossero ministri donne e mamme che sono attivissime 
e bravissime".

"Care mamme - ha concluso - vi garantisco che il governo continuerà a lavorare con lo stesso entusiasmo e con lo stesso impegno per valorizzare il vostro ruolo nella famiglia nel mondo del lavoro e nella società". Berlusconi nella nota si è congedato con "un bacio e un saluto affettuoso a tute voi con l'augurio che possiate realizzare tutti i progetti e i sogni che avete nella mente e nel cuore".

L'intervento del premier ha fatto subito scattare le proteste dell'opposizione. "Le parole di Berlusconi sulla scuola pubblica sono un ignobile attacco, privo di qualsiasi giustificazione reale. Il capo del governo - afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi - dovrebbe difendere e valorizzare il pilastro educativo del paese, non additarlo come esempio negativo. Queste parole aiutano a comprendere la vera missione che il governo ha portato avanti in questi anni: tagliare i fondi alla scuola pubblica per aiutare quelle private. L'istruzione pubblica è un valore costituzionale da difendere e ampliare. Berlusconi chieda scusa a tutti gli insegnanti, che, pur in condizioni difficili, continuano a svolgere egregiamente il loro ruolo".

"Con il governo Berlusconi - rincara la responsabile politiche per la famiglia e terzo settore del Pd Cecilia Carmassi - ogni donna che aspetta un figlio è a rischio licenziamento". "Sulla famiglia e sulle donne, solo retorica e falsità - aggiunge - non so con quale faccia, Berlusconi possa affermare di sostenere e tutelare la maternità quando uno dei primi atti del suo governo è stato quello di cancellare il divieto delle dimissioni in bianco: con il governo Berlusconi ogni donna che aspetta un figlio è a rischio licenziamento attraverso la pratica di far firmare alle donne, al momento dell'assunzione, un foglio di dimissioni in bianco".

Dura anche la presa di posizione dell'Unione degli studenti che definisce le parole del presidente del Consiglio "immonde e indegne". "Siamo stanchi di questo governo - aggiunge una nota - che taglia miliardi alla scuola pubblica e se ne vanta, mentre migliaia di docenti precari non trovano lavoro, mentre si abbassa il livello della formazione, mentre centinaia di migliaia di studentesse e studenti vivono il dramma di tasse, trasporti, libri di testo che hanno costi elevatissimi".
(16 aprile 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA

APPELLO AL MASCHIO ITALICO.

Datte 'na regolata finchè sei in tempo.


UROLOGIA

Italiani, fertilità dimezzata in 20 anni
la lenta estinzione degli spermatozoi

Dal congresso del Suni l'allarme per quella che viene definita un'emergenza nazionale nascosta: nelle coppie infertili, la causa è nell'uomo il 55% delle volte. Colpa dell'inquinamento, dello stress, di comportamenti sessuali a rischio e di patologie come il varicocele

ROMA - Non ci sono più gli uomini di una volta e il mito del macho italiano non esiste più. Frasi fatte come queste non si reggono solo sull'evoluzione dei rapporti tra i generi, ma anche su una realtà clinica verificata: anche se non ne parlano i telegiornali, infatti, il problema dell'infertilità maschile è ormai una sorta di emergenza nazionale, tanto che nelle coppie infertili il 55% delle volte la causa è nell'uomo. Il dato, presentato come eclatante e nuovo perché riferito a statistiche del 2010, è la base dell'allarme lanciato al 60° congresso della Società degli urologi del Nord Italia (Suni), in corso fino a sabato a Bologna.

La capacità riproduttiva dei maschi italiani è andata riducendosi nel tempo con il cambiare delle abitudini, dell'ambiente, del modo di vivere e dell'insorgere di patologie connesse ai nuovi stili di vita. Al congresso è stata citata un'indagine svolta un decennio fa, secondo la quale dal 1940 al 1990 la concentrazione media degli spermatozoi sarebbe crollata da 113 a 66 milioni. Negli ultimi vent'anni, poi, secondo quanto affermato da Giuseppe Martorana, presidente del congresso e direttore della Clinica urologica della Università di Bologna, "il numero degli spermatozoi prodotti si è quasi dimezzato".

Le cause? Inquinamento atmosferico, alimentazione scorretta, fumo e alcool, stress, condizioni di lavoro e stili di vita non sani e ovviamente comportamenti sessuali a rischio. Questo contesto di situazioni a rischio produce una serie di patologie andrologiche che finiscono per incidere sulla capacità riproduttiva dell'uomo e, se non diagnosticate e curate per tempo, possono portare all'infertilità: varicocele, infezioni sessuali, tumori, prostatiti croniche, disturbi dell'erezione e dell'eiaculazione. Il guaio, si è detto al congresso di Bologna, è che questi problemi sono sempre più diffusi tra i giovani: "Un giovane su quattro con problemi riproduttivi - ha detto Martorana -  mostra tracce di lesioni da infezione cronica alla prostata, aspetto che fa pensare che si sarebbero potuti prevenire".

"Per la fertilità - ha ricordato il presidente del congresso - sono molto importanti le condizioni ambientali e lo stile di vita, incluso lo stress: ad esempio, l'esposizione agli inquinanti prodotti dal traffico urbano agisce negativamente". Nel rendere noto il dato sul sorpasso degli uomini sulle donne quale "causa" dell'infertilità di coppia, gli urologi mettono sotto accusa soprattutto il varicocele (il suo controllo è entrato tra le diagnosi sistematiche solo da 25 anni), la cui presenza incide negativamente sia sulla quantità che sulla qualità degli spermatozoi. In proposito, secondo un altro dato allarmante emerso dal congresso, negli ultimi anni in circa il 30% dei pazienti maschi sopra i 25 anni si è registrato un progressivo incremento della presenza di alterazioni del Dna del liquido seminale: una delle più diffuse cause di infertilità.
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OGGI MI SENTO UN PO' INQUIETO.

Sarà perchè ho fatto un sogno che mi ha turbato, sarà perchè si avvicinano gli esami o sarà perchè vedo che in Italia le cose vanno peggio che altrove. In un momento di profonda crisi, e non mi riferisco solo a quella economica ma anche e soprattutto morale, invece di pensare a come rilanciare il paese, a occuparsi veramente dei giovani, dei loro problemi, del loro futuro che, guarda caso, coincide con quello dell' intero paese, la politica si è occupata nelle ultime settimane del processo breve che rischia di cancellare circa 15000 processi senza che si abbia un colpevole. Hanno già detto che il prossimo obiettivo importante per il futuro del paese sarà il decreto per limitare le intercettazioni. In tutti i paesi seri, che non siano l' Italia, nonostante i soldi siano pochi, si investe sui giovani, sulla ricerca perchè è l'unico vero modo di tirarsi fuori da questa crisi. Non ho le fette di salame sugli occhi, anche altrove la situazione non è delle più rosee, si perdono posti di lavoro, il tasso di disoccupazione giovanile cresce ecc. Altrove però si parla di questi problemi, si cercano soluzioni a questi problemi, si  attuano provvedimenti. Da noi, invece, neanche se ne parla o  lo si fa davanti alle telecamere per sembrare credibili, ottenere consensi. La verità è che i nostri politici si preoccupano solamente di pararsi il culo con leggi ad personam. L'ultima sul processo breve ne è un esempio ma se ne potrebbero fare a migliaia. Come possiamo noi giovani sperare che le cose migliorino, quando vediamo che chi ci governa utilizza mezzi e risorse dello stato  per i propri  " problemi" , il ministro della difesa che per andarsi a vedere l' Inter utilizza l' aereo di stato giustificandosi che l' ha fatto per motivi di sicurezza. Si dice che la speranza sia l' ultima a morire. Però tutto ha un limite. A chi mi dice di essere pessimista rispondo: " sono solo realista".