domenica 27 marzo 2011

MA CHE STIAMO FACENDO?

Cambiamenti climatici, desertificazione, terremoti, tsunami, fiumi di fango, deforestazioni selvagge, incidenti nucleari, guerre spacciate da missioni di pace ma che in realtà sono spinte solo da ragioni economiche. Potrei continuare ancora per molto. Questi sono alcuni esempi di ciò che sta avvenendo nel mondo. Spesso si sente dire in televisione che avvenimenti del genere non si possono prevedere. Non sono così d'accordo. Per carità, io non sono un esperto in materia e non pretendo di esserlo. Non voglio sembrare presuntuoso ma quando per esempio sento parlare del disastro de L'Aquila in cui sono morte delle persone a causa del terremoto o del disastro che si è verificato nel messinese a causa delle piogge intense (tanto per rimanere in casa nostra) io dico che non è così. In entrambi i casi la vera causa dei disastri è l'uomo. Abusi edilizi, gare di appalto truccate, il non rispettato il territorio costruendo dove non era il caso di farlo ecc ecc. Non si può dire solamente che non è possibile prevedere certi avvenimenti, piuttosto bisogna pensare e capire che la loro frequenza e violenza sono esasperate, stimolate dai nostri comportamenti. Veramente crediamo che quando stravolgiamo l'equilibrio della natura, questo non abbia delle conseguenze? Sicuramente non si può sapere con assoluta precisione quando ci sarà un terremoto o un'alluvione, ma se si rispetta l'ambiente, si costruisce con intelligenza e non inseguendo solamente il guadagno facile/illecito, se si riducono i gas serra,non si scaricano veleni in mari,  le cose potrebbero migliorare. Noi stiamo stravolgendo gli equilibri del pianeta. Non abbiamo una vera coscienza. Si sente dire che la desertificazione, l'esaurimento del petrolio avverranno tra 30-40-50 anni e pensiamo " tanto non ci saremo più " dimenticando che dopo di noi ci saranno altre generazioni. E la politica? La politica ha grosse responsabilità. Si dice che le immagini arrivino alle persone prima delle parole. Guardate questo video. Non dimenticate, la colpa è solo nostra.

2 commenti:

  1. il mondo non lo possiamo cambiare, però per il mondo attorno a noi qualcosa si può fare
    Don't worry be happy

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  2. E' vero, molto dipende da noi e negare la propria responsabilità PERSONALE in questo sarebbe da strabici astorici. Ma, DOC, non cedere al pessimismo paralizzante: certo che si può e si deve fare. Se è vero come è vero che molto insegue il facile guadagno; se è vero, come è vero, che stiamo rubando il futuro ai nostri figli; se è vero tutto questo, non possiamo cavarcela col semplice dirlo e placare la coscienza. E' necessario fare, agire.
    Cosa?

    educazione
    sensibilizzazione

    Il resto verrà.

    Un domani sarai medico (la professione che sognavo da ragazza, fin quando, a 18 anni ho capito che la mia strada era l'insegnamento): e la sanità come la scuola fa acqua da tutte le parti. Lo starai già sperimentando, lo avrai già sperimentato in passato. Né io né te né nessuno può permettersi di mollare: magari si "sbrocca", magari si sbatte la cartella clinica o il registro sul tavolo e si sogna di sfogarsi col direttore sanitario come anche col preside, ma non possiamo mollare: non ci è permesso. Saremmo noi i primi a tradire il futuro dei nostri ragazzi.
    E se alle calamità naturali non possiamo che pensarci a posteriori, contenendo i danni, educhiamo questi ragazzi al rispetto, al mantenimento del bene che rintracciano intorno, al contenimento del male che solo apparentemente fa più confusione. E agiremo prima.

    Ho scritto di getto questo commento e forse a rileggerlo sembrerà un predicozzo: ma è a me che lo faccio, perché ho bisogno di ricordarmene e parlandone, bonariamente, con te, me lo scrivo in fronte ben bene.

    Piccola clausola: quest'anno, in un network creato ad hoc (www.lafabbricadellascuola.ning.com) con altre 11 scuole in tutt'Italia, stiamo facendo un bel progetto di educazione ambientale e i frutti si vedono...
    Il mondo si può cambiare: crediamoci tutti e quando qualcuno incespica, aiutiamolo a rialzarsi.

    Un grande abbraccio
    Cristina Galizia della Blogoclasse

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